Lucca Summer Festival – MARK KNOPFLER

 Un giorno Giampaolo Simi mi scrive questo messaggio: «Sacha, ti va di fare il live twitting di una serata al Lucca Summer?». (Leggete quest’articolo e capirete quanto siano enormi i miei ringraziamenti per il buon Simi, che ha scelto di reclutare anche me)

Ecco com’è andata. E inutile dire le palpitazioni mentre scorrevo il calendario degli eventi sul sito del Festival. C’erano nomi tipo Sigur Rós, Nick Cave, Neil Young, i Litfiba della Trilogia, Leonard Cohen, The Killers, Earth Wind & Fire, Mark Knopfler.

Già, Mark Knopfler.

Il 19 luglio.

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 Non mi fa per niente voglia di mettermi qui a stendere qualche pagina “da scrittore”. Invece mi preme raccontare quella giornata un po’ come se fossimo al bar – insomma, l’amico che ha fatto un viaggetto, ti mostra qualche foto, ci butta sopra parole alla rinfusa con gli occhi ancora accesi, cercando di trasmetterti una vibrazione di quell’avventura. Ci provo.

Il primo twitt è stato questo:

‪#‎LuccaSummer – Il palco c’è

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Lucca, Piazza Napoleone. Il sole a picco – ma alle spalle della città un bel grumo di nuvoloni spessi, che non hanno mai smesso di brontolare. E tu lì, con un pass che ti dà accesso a tutte le aree del Festival. Tutte. Sicché come fai a non arraparti. Perché alla fine si tratta di questo: poter ficcare il naso un po’ ovunque, senza che nessuno ti dica niente, a patto di non intralciare i lavori. Dopo il primo giro guidato (con Enrico D’Alessandro, uno degli organizzatori che saprò ringraziare adeguatamente più avanti), mi sono subito ficcato nel backstage. E dove sennò.

Ma qui devo prima puntualizzare una cosa: Mark Knopfler.

Quando ho saputo che avrei dovuto fare il “report” di questa giornata, mi si sono accese un milione di spie. Roba di quando ero ragazzo, e che a tratti si è riproposta nel corso degli anni, cambiando forma, come è normale. Intendo i Dire Straits. Intendo quei dischi che a un certo punto dell’adolescenza ti si appiccicano addosso, e te li trascini dietro. Penso a Communiqué, Making Movies, Brothers in Arms, On Every Street… Insomma, ce li avevo tutti. Tanti pezzi di Knopfler hanno marchiato a fuoco bei fotogrammi. La sua intimità potente. La sua chitarra.

Insomma, tanto per provare a dirvi che tipo d’anima mi si muoveva. Metto qui le parole di Douglas Adams, perché lo dice in un modo spettacolare: «Mark Knopfler ha la straordinaria capacità di far emettere alla sua Schecter Custom Stratocaster dei suoni che paiono prodotti dagli angeli il sabato sera, quando sono esausti per il fatto di essere stati buoni tutta la settimana e sentono il bisogno di una birra forte».

L’ho seguito anche dopo, da solista. A sprazzi, perdendolo e ritrovandolo. Di Privateering (l’ultimo) avevo ascoltato qualche pezzo. In vista del concerto me lo sono fumato. E insomma, Knopfler è sempre Knopfler, non ci sono cazzi.

Il backstage è un luogo in subbuglio. Ci sono i due tir della produzione, le casse con gli strumenti. C’è la sala video del Lucca Summer e nella corte interna l’area catering, l’accesso ai camerini… È da queste parti che ho conosciuto gli “abitanti del sottopalco”. Tra racchettoni, generatori e macchinari alieni, ecco una fila di amache. Gente che gira il mondo al seguito di Markone, e che dopo il lavoro si rintana là sotto.

#luccasummer – i sotterranei del backstage: spie e amache #knopfler http://instagram.com/p/b8_VsDOtYu/ 

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C’è la prova dei suoni. Piazza Napoleone è aperta e i passanti si attaccano alle transenne, con la speranza di vedere l’artista: niente. Un pre-registrato si alza per un momento: la sua voce, inconfondibile. I livelli vengono posizionati. E ciao, tutto torna a tacere.

Mi viene detto che Mark Knopfler è schivo, difficilmente mi verrà data la possibilità di incontrarlo da vicino, magari per un’intervista lampo, e così sarà. Ma assisto all’intervista del tecnico responsabile delle sue chitarre: Tom TC Calcaterra.

Ecco il video: http://www.youtube.com/watch?v=FieBMLUWs2Q

 E tutt’intorno pezzi di Knopfler, sparsi ovunque. Troverete alla fine di questo post una bella carrellata di foto dei vari momenti e dei vari ambienti: ancora backstage, il palco in attesa. La calma improvvisa della piazza chiusa al pubblico. La frenesia dei ragazzi che si accalcano ai cancelli, fino all’invasione. L’energia che sale, con questa cosa un po’ magica dei concerti con i nomi grossi: l’impressione che aleggi qualcosa di bello. Uno un po’ poeta potrebbe perfino scrivere che è palpabile l’anima del tale artista che sta per salire sul palco: svolazza, risuona. Ma io non sono poeta, sicché non lo scrivo.

Invece due parole le voglio spendere per il mio incontro con Giampaolo Simi. Incontro fisico, mai avvenuto prima. E mai avrei detto che sarebbe successo per la prima volta nella “Tribuna Vip” di un concerto. Eccoci qui:

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Poi è arrivato il momento. Appena Mark Knopfler si è manifestato sul palco, la sensazione è stata più o meno questa: lo stordimento. E un pensiero deficiente, tipo “Ma allora esiste davvero”. Ecco la prima cosa che ho detto su twitter:

è arrivato Mark #Knopfler al #luccasummer – ciao http://instagram.com/p/b9ZmiKOtVY/ 

Ci trovate anche un breve video dell’apertura.

Dopo è successa un’ora e mezzo di musica. Forse non ha grande senso che riporti ogni singolo attimo. Probabilmente basta qualche twitt, tra quelli che ho lanciato:

#MarkKnopfler – il plettro? roba che interrompe il discorso delle vene, tra il corpo e le cordacce

 Mark #Knopfler – stronzo. Non mi dovevi fare la due del disco rosso (così la chiamavamo, tanto tempo fa)

Mark #Knopfler sta facendo la geografia della musica – #LuccaSummer

 tiè. fatti un’idea di cosa è piazza Napoleone, ora. mentre Markone #Knopfler suona due cose – #luccasummer pic.twitter.com/b0E47yV0U4

 @GiampaSimi – m’ha piantato un Mi in mezzo allo sterno a martellate

 Mark #Knopfler prende la Gibson e leva le mutande a 10.000 persone

Mark #Knopfler faceva finta che fosse finito – #luccasummer http://instagram.com/p/b9kTy-utXT/ 

e poi è finito davvero. un imperiale Mark #Knopfler. domani scrivo un coso – #luccasummer http://instagram.com/p/b9lSTKutYy/ 

Il dopo concerto è stato frenetico: subito a registrare un pezzo, con le impressioni a caldo, insieme a Giampaolo. Pezzo che mi tocca mettere qui, con un debito post-it per il sottoscritto: “La prossima volta, stai fermo col vinello bianco – poi quando devi chiacchierare davanti a una telecamera sembra che t’è esploso un canile nel cervello”.

Ecco il video (tramite il quale, tra l’altro, ancora una volta mi convinco di quanto siano più adatte per me le parole scritte, invece di quelle parlate. Che poi faccio sempre la figura del cazzone):

http://www.youtube.com/watch?v=q4ByeinVA_g

Naturalmente devo ringraziare Giampaolo Simi, che mi ha coinvolto in questa magnifica esperienza. Ringrazio poi Enrico D’Alessandro (www.dalessandroegalli.com), per la disponibilità e la gentilezza. E tutto lo staff del Lucca Summer Festival (www.summer-festival.com). Ringrazio Eleonora, la mia assistente intima e personale (così la chiamo anche nelle giornate normali): gran parte delle foto che trovate sotto sono sue.

Grazie davvero. Mi è piaciuto essere una piccola voce in mezzo alla folla, con q44uesto compito: cercare di restituire l’atmosfera che si respirava in Piazza Napoleone e dintorni. Poi è stato bello questo messaggio, due giorni dopo:

E quindi chissà. Forse tra poco scrivo un altro post. Intanto, ecco di seguito gli scatti promessi. Mentre li guardate, magari tenete di sottofondo questa: http://www.youtube.com/watch?v=amVqlbGBHbw

S.

4 pensieri su “Lucca Summer Festival – MARK KNOPFLER”

  1. Gran bel pezzo. Sinceramente, non ti conosco come scrittore, ma l’articolo mi ha divertito molto. Te lo dice una che è smutandata dal 1985. 🙂

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